Thought of the Day

I don't believe in morality, but I believe in ethical conduct as set out by His Holiness the Dalai Lama: "Ethical conduct = a way of behaving that respects others’ right to be happy".

Friday, 3 November 2006

Happy Silvia's Day

My dad has just reminded me that today is St. Silvia.
Here a bit of historical background about one of the three saint Silvias: Mother of Pope St. Gregory the Great, born about 515 (525?); died about 592. There is unfortunately no life of Silvia and a few scanty notices are all that is extant concerning her. Her native place is sometimes given as Sicily, sometimes as Rome. Apparently she was of as distinguished family as her husband, the Roman regionarius, Gordianus. She had, besides Gregory, a second son. Silvia was noted for her great piety, and she gave her sons an excellent education. After the death of her husband she devoted herself entirely to religion in the "new cell by the gate of blessed Paul" (cella nova juxta portam beati Pauli). Gregory the Great had a mosaic portrait of his parents executed at the monastery of St. Andrew; it is minutely described by Johannes Diaconus (P.L., LXXV, 229-30). Silvia was portrayed sitting with the face, in which the wrinkles of age could not extinguish the beauty, in full view; the eyes were large and blue, and the expression was gracious and animated. The veneration of St. Silvia is of early date. In the ninth century an oratory was erected over her former dwelling, near the Basilica of San Saba. Pope Clement VIII (1592-1605) inserted her name under 3 November in the Roman Martyrology. She is invoked by pregnant women for a safe delivery.
KLEMENS LÖFFLER
Nella leggenda delle origini di Roma, Silvia era la madre dei gemelli, Romolo e Remo, amata da Marte, il dio guerriero degli Italici. E quello di madre è il maggior titolo di gloria anche della Silvia cristiana, o almeno della più celebre delle due Sante che ripetono questo gentile nome silvestre.Oggi ricorre la festa della seconda Santa Silvia, che in realtà visse più di un secolo prima, e morì nel 420. I martirologi greci ricordano come questa sorella di Rufino, prefetto d'Oriente, fosse con la sua virtù di edificazione a tutta la città di Costantinopoli, dove visse. Qualcuno la disse la fanciulla più dotta del suo secolo, e più zelante nel difendere, con i grandi uomini del suo tempo, la dottrina ortodossa contro le insidie dell'eresia.L'altra Silvia, come abbiamo detto, fu invece madre: non di un fondatore di città, ma di un grande Pontefice, San Gregorio Magno, Dottore della Chiesa e gloria della Roma dei VI secolo.Si può ricordare anche la santità di Tersilla e di Emiliana, o Amelia, cognate di Silvia e zie di San Gregorio, il quale perciò vide la luce e crebbe, nel vasto palazzo sul Celio, in mezzo ad una famiglia veramente esemplare. Una famiglia di veri-cristiani e di Romani autentici; ai quali la nobiltà di sangue non impediva l'altezza della fede; l'elevata condizione non ostacolava la purezza dei costumi; la notorietà pubblica non contraddiceva alla modestia privata. Esemplare il padre, il Senatore Gordiano: un Romano all'antica, che reggeva saggiamente o austeramente il grande palazzo sul Celio, e che finì per entrare anch’egli in religione. Luminose di pietà le zie materne, Tersilla ed Emiliana, consacratesi insieme a Dio, e che conservarono nella loro serena senescenza la chiarezza d'animo di due fanciulle.Ma soprattutto esemplare la figura di Silvia, la madre provvida e benefica, che seppe conciliare le esigenze della guida di una famiglia, rappresentate dal Senatore Gordiano, con il desiderio di perfezione spirituale, rappresentato dalle due cognate. Pur senza notizie precise sul conto di Silvia la sua santità traspare luminosamente attraverso la santità del figlio. Su di lui, infatti, l'esempio e l'insegnamento della madre deve avere avuto un peso che non si può ignorare.C'è infatti una circostanza strana. Gregorio, diventato monaco, poi diacono, poi nunzio pontificio e finalmente Papa, ci ha parlato nelle sue Omelie, della devota vita e della santa morte delle sue zie, Tersilla ed Emiliana. Non ha però parlato di sua madre, di Silvia, altro che per inciso, dicendo che ella assisté la cognata Tersilla nel sereno trapasso.Perciò i pochi particolari che sappiamo sulla vita di Santa Silvia, sono stati tratti da altre fonti. Da Giovanni Diacono, per esempio, sappiamo il pittoresco e domestico episodio di Silvia che, restata vedova, rinvigorisce il figlio Gregorio nutrendolo con legumi freschi.Più tardi, quando Gregorio, non ebbe più bisogno del suo nutrimento e neanche della sua guida, Silvia abbandonò il mondo e si ritirò a vita claustrale, isolandosi presso la basilica di San Paolo, fuor delle mura di Roma. Non si sa bene neanche in quale anno sia morta, ma forse non molto prima del figlio, a tarda età, verso il 590.
Fonte: Archivio Parrocchia

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